Le “fabbriche intelligenti” del futuro diventeranno simili ad un social network: le macchine, la forza lavoro e le risorse produttive comunicheranno e interagiranno fra loro in maniera automatica e lo stesso avverrà a livello di settori a livello mondiale.
«Industry 4.0» sarà la quarta rivoluzione industriale… come sempre nelle fasi di grande cambiamento ci sono rischi, di rimanere fuori dalla “modernizzazione” e grandi opportunità.
Si baserà su 9 tecnologie chiave: cyber security, big data, cloud computing, realtà aumentata, robotica, prototipazione rapida, radio frequency identification and tracking, super connessione degli impianti e stampa tridimensionale.
Le imprese italiane complessivamente, tranne qualche caso di eccellenza, sono ancora lontane da Industry 4.0. Le prime “parole chiave”, i focus, però iniziano a circolare: l’industria che verrà sarà più connessa e più diffusa; avremo più software e meno capannoni; non sarà molto importante possedere l’intero ciclo produttivo ma individuare l’anello di quel ciclo in cui si concentra il valore.
Sintesi, ovviamente… dentro industry 4.0 c’è molto di più. Ci sono tanti e consistenti finanziamenti che l’Unione Europea mette in campo per sostenere la transizione verso la fabbrica del futuro, quella del 2030: 1.300 miliardi di euro da investire nei prossimi 15 anni Nei prossimi quindici anni i paesi tradizionalmente sviluppati, e in particolare quelli europei, hanno la possibilità di riprendere una parte del terreno perduto solo se riusciranno a utilizzare la digitalizzazione per dare risposte più rapide alle richieste del mercato.
Non sarà tanto importante essere grandi quanto essere flessibili e veloci nella risposta ai cambiamenti. Il caso emblematico e un po’ simbolico della rivoluzione prossima ventura, è quello delle stampanti 3D e della capacità del sistema di trasferire in un software i vecchi oggetti chiamati prototipi per farli tornare oggetti nel laboratorio dell’anello produttivo a valle.