L’AZIENDA DEVE ESSERE”AGILE”: E’ QUESTA LA NUOVA SFIDA? Le vecchie e le nuove parole per puntare alla competitività

Nelle aziende, piccole e grandi, un po’ in tutti i settori, in molti hanno imparato a essere “snelli” (con il Lean Thinking e con le metodologie collegate), hanno imparato a identificare e tagliare costi e sprechi, ma oggi circolano parole chiave nuove, sempre più complesse.

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Proviamo a fare il punto sulle parole chiave per chi in azienda vuole puntare alla competitività e alla creazione di valore.
E’ un “dizionario in cambiamento” e mentre alcuni termini diventano di uso comune altri spariscono.
Non sempre le interpretazioni, le definizioni, sono univoche quindi servirebbe davvero un Open Dictionary in costante evoluzione ma su alcuni dati, indipendentemente dalle definizioni, è bene riflettere.
Secondo una ricerca di Gartner, il 73 % dei presidenti dei consigli di amministrazione è convinto che la situazione economica resterà invariata nel prossimo futuro, ciò significa che essere in grado di rispondere ai cambiamenti della domanda rimane una priorità fondamentale.
Una recente analisi condotta da McKinsey ha evidenziato come le aziende più “sane” e profittevoli siano quelle che hanno scelto l’agilità, si sono cioè dotate di processi che consentono decisioni rapide e governance dinamiche, quelle in cui i manager non temono approcci nuovi.
In realtà “allenare” l’azienda (tutta) a essere Agile sono necessarie due condizioni:

La prima è essere tutti dinamici, cioè prendere decisioni rapide, senza ripensamenti, dare risposte veloci.
La seconda condizione è avere fondamenta stabili, un insieme di valori condivisi che non cambiano anche se gli scenari competitivi mutano
Una ricerca dell’Economist ha confermato che le organizzazioni agili crescono del 37% più rapidamente e generano il 30% dei profitti in più rispetto a quelle non agili.
Un manager dotato di Learning Agility, contribuisce, pertanto, alla creazione di “salute” per la sua azienda e crea più valore.
Quante sono le aziende che hanno scelto con determinazione la strada dell’agilità?
In Italia poche. La maggior parte, soprattutto quelle più consolidate, resistono all’applicazione di processi e comportamenti più agili.
Cos’è la Business agility?
Il cambiamento è sempre più veloce. Le aspettative dei clienti, il contesto competitivo e le modifiche normative stanno rivoluzionando i mercati globali, e il modo di fare business.
Per sopravvivere ai cambiamenti che si possono rivelare dannosi, disruptive, è necessario impegnarsi sempre al massimo delle possibilità per rimanere un passo avanti alla concorrenza. Business agility significa consentire all’azienda di percepire ogni cambiamento, interno ed esterno, e reagire senza ostacolare la vision strategica dell’imprenditore, il lavoro o i processi.
Che cos’è la metodologia Agile?
Agile non è semplicemente una metodologia. E’ un mindset che modifica il modo in cui l’azienda offre più valore ai clienti, trasformando la strategia di mercato in innovazione reale. In un’azienda Agile, le persone giuste hanno sempre accesso alle informazioni giuste, con una rapidità senza precedenti. Tra i team non esistono più barriere. Il processo di business è in continuo e in costante evoluzione. Un’azienda di questo tipo crea il cambiamento, non lo subisce.
Cos’è lo Scrum?
Lo Scrum è estremamente diffuso tra i team Agile. È incentrato sulla collaborazione e sul lavoro incrementale e in questo aspetto è simile a Kanban. La differenza sta nel fatto che in Scrum il lavoro viene diviso in timebox, o intervalli temporali. Inoltre, segue un set di regole e ogni membro del team ha un ruolo e una responsabilità. Il tipico team Scrum è composto da 5-9 persone e include un Product Owner, uno Scrum Master e vari membri. Il team si impegna a completare il lavoro entro un determinato periodo di tempo e collabora in modo interfunzionale per terminare entro la scadenza.
Cos’è Kanban?
Prendendo origine dalla parola giapponese che indica un “segnale visivo” o “carta”, come Scrum, Kanban prevede la suddivisione del lavoro in blocchi più piccoli e maneggevoli. Il lavoro non viene però suddiviso in intervalli temporali specifici ed è diverso il modo in cui viene classificato per priorità e spezzettato in blocchi maneggevoli. In Kanban si utilizza una lavagna per visualizzare e tenere traccia del lavoro e del relativo flusso all’interno del team, oltre che per ridurre la quantità di lavori in corso. Gli impegni sono facoltativi per un team Kanban, così come l’applicazione di scadenze. In generale, Kanban è più fluido e non segue regole o linee guida stringenti.
Cos’è Devops?
Una metodologia dell’Agile molto diffusa nelle aziende è DevOps, che ha lo scopo principale di abbattere le barriere esistenti fra i team di sviluppo (Developers) e i team di “deployment” o messa in produzione (operations), che hanno ritmi e approcci diversi al lavoro.
I metodi agili (Agile o Lightweight methodologies) sono nati nelle aziende informatiche nella prima metà degli anni ’90, in contrapposizione ai cosiddetti metodi Heavyweight. Nel 2001 alcuni degli ideatori di tali metodi hanno formulato un Manifesto per lo sviluppo “agile” con quattro “precetti”:
* Persone ed interazione più che processi e tools
* Software che funziona più che documentazione esaustiva
* Collaborazione con il cliente più che negoziazione contrattuale
* Rispondere al cambiamento più che seguire un piano prestabilito
In pratica, nonostante si riconosca l’importanza degli elementi a destra nelle frasi riportate, si ritengono più importanti quelli a sinistra.
In gran parte sono linee guida applicabili in tutte le imprese, in tutti i settori.
Agile “is better”?
Le aziende agili comprendono meglio l’importanza di sfruttare l’ingegnosità dei dipendenti per sviluppare nuovi approcci alle sfide aziendali emergenti?
Forse è questo il vero punto chiave.
Il termine ‘business agility’ – letteralmente ‘agilità nel business’ – è stato attribuito a un vasto numero di tecnologie e metodologie organizzative.
Questa definizione, proprio perché è stata così diffusamente utilizzata, è difficile da definire in modo univoco.
Ecco come “traduce” la Business agility un manager italiano di una PMI, una media impresa industriale:
“L’ Agilità aziendale ci ha dato un vantaggio competitivo e ci ha permesso di reagire rapidamente e fare perno in base alle esigenze dei nostri clienti. Ciò si traduce in un’acquisizione dei clienti più rapida, un time-to-value più rapido e una maggiore penetrazione del mercato “.
In pratica la‘business agility’ è ciò che ogni azienda dovrebbe fare da sempre, ovvero adattarsi in modo rapido ed efficiente ai cambiamenti, con una particolare attenzione all’agilità come fine ultimo.
In poche parole un’azienda agile lavora mettendo continuamente a fuoco i propri obiettivi e rispettando le scadenze. Deve sapere mantenere l’equilibrio tra l’esigenza di garantire la qualità dei propri prodotti e processi, e la necessità di sviluppare nuove idee, innovazioni e scenari di sviluppo.
Il segreto è tenere sempre presente che il tempo è limitato, la qualità è un valore imprescindibile e inevitabilmente deve essere trovato un compromesso, considerando che il pensiero agile prevede che il lavoro debba essere concluso nei termini concordati.
Oggi più che mai è indispensabile garantire ai tutti i collaboratori una leadership coinvolgente, un ambiente collaborativo e competente e tecnologie che permettano di trasformare le opportunità in obiettivi concreti.”
I leader devono capire che per la maggior parte delle grandi aziende la sperimentazione non può più essere una prerogativa dei soli team di ricerca e sviluppo.
Le aziende agili hanno capito l’importanza di sfruttare l’ingegnosità dei dipendenti per sviluppare nuovi approcci alle sfide aziendali emergenti.
È fondamentale che i dipendenti si sentano in grado di provare nuove idee senza paura di fallire, riconoscendo che imparare dagli errori è una parte indispensabile del processo creativo.
Oggi tutte le aziende, chi prima e chi poi, vedono il “mondo digitale” o come una fortissima minaccia o come una grande opportunità.
Agilità che vuol dire innovare i propri processi, i propri modelli di gestione, ma anche le competenze e i comportamenti delle persone, oltre che innovare le tecnologie.
Le parole chiave sono sempre diverse, una sola rimane sempre al centro: cambiamento.
Senza una vera disponibilità al cambiamento…. Non cambieremo mai nulla.

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