Risponde Matteo Bonfiglioli, consulente.
“Se ci pensiamo bene, ogni azienda nasce snella… è la crescita successiva che complica le cose perché “pur di crescere in fretta” spesso si accetta di correre anche il rischio di crescere male, senza guardare con adeguata attenzione ai criteri di produttività ed efficienza nel modo di fare le cose (i processi aziendali).
E’ una questione seria e ancora apertissima perché mentre l’ottimizzazione dei processi per aziende “strutturate” è diventato un prerequisito fondamentale per recuperare competitività eliminando gli sprechi sui processi (produttivi e non) riducendo sensibilmente i costi per le start up, in numero e qualità progressivamente crescente anche in Italia, c’è poca attenzione su questa tematica. Tutto parte dal fatto che sprechi e costi sono generati dalla “complessità organizzativa” che inevitabilmente aumenta con la crescita delle aziende.
L’opportunità quindi per le start up è proprio questa: pensare e progettare i futuri processi già senza sprechi e costi mettendo nel business plan tutti i benefici che una scelta orientata in questo modo comporta.
Per centrare obiettivi di questo livello l’intuizione e il “fai da te” non bastano, servono veri esperti nella gestione dei processi ovvero persone che hanno già maturato e sperimentato questa visione.
Risulta evidente che il ruolo del consulente operations diventa fondamentale anche nella fase di start up.
Il consulente operations per le start up è una figura che esiste e che si rivela assolutamente necessario.
Coinvolgere un consulente operations da subito, analogamente alle altre specializzazioni che spesso vengono fornite da chi investe nella start up (l’area finanza, ad esempio) farà sempre di più la differenza tra una semplice start up e una start-up “pensata” in tutti i suoi aspetti per crescere e prosperare nel futuro.